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Un’ottima impressione appena arrivati a Gaiole in Chianti, il paese dove è organizzata l’eroica. Partecipanti tutte persone adulte, tranquille, nessuno scalmanato da cavalcata per intenderci. L’atmosfera è gioiosa, giocosa. Belle moto, alcune accessoriate per una traversata africana anche se poi in realtà non saremo mai più lontani di qualche km da un bar. Ma fa parte del gioco. Tutti insieme per godere di una bella giornata di passione motociclistica in un paesaggio tra i più belli del mondo.

L’eroica originariamente era una gara ciclistica, che peraltro si tiene ancor oggi, e si chiama così perché 209 km sui saliscendi continui delle colline toscane di cui più della metà in fuoristrada da farsi con biciclette d’epoca sono veramente una cosa eroica.

Ed anche in moto è una bella passeggiata ma non è uno scherzo. In fuoristrada gli arrivi lunghi in curva con conseguenti dritti giù per le colline sono innumerevoli ed alla fine della giornata il conto dei feriti e contusi non è indolore. Anche i tratti su asfalto avvitati su se stessi con mille curve e tornanti pretendono il loro pedaggio. Insomma occorre (molta) attenzione, allenamento e capacità nel gestire le forze o finire il viaggio in ambulanza non è eventualità così remota. Noi stessi ne abbiamo soccorsi due che si sono schiantati a pochi km dall’arrivo…  se ci leggete Elena e Gabriele auguri di pronta e completa guarigione.

Ma nella maggior parte dei casi il dritto nel bosco o nei campi ha creato danni solo all’autostima dei protagonisti e qualche sghignazzo negli altri motociclisti. Che l’animo umano nel fondo è maligno e gode nel vedere il prossimo (motociclista) che si sdraia ingloriosamente. Abbiamo trovato un gruppo numeroso di partecipanti su un costone sovrastante una breve fangaia ed una curva particolarmente insidiosa che si godeva il periglioso passaggio. Con le nostre motociclettine agili e leggere non abbiamo avuto problemi ma per le moto grosse tipo bmw gs o ktm adventure era un calvario.

Eravamo in tre, Sir Francesco G. Marco M. e Marco A. Gruppo compatto e coeso, mai più di qualche decina di metri a dividerci. Così nessuno si è perso, nemmeno nelle prime fasi tra altre centinaia di moto, nessuno ha mai dovuto aspettare nessuno. Occorre un po’ di pratica per andare così ravvicinati e veloci in sicurezza. Ma abbiamo alle spalle centinaia di uscite insieme.

 

ducati scrambler, al suo passo ma l'ha fatta tutta. Un grande.

Negli anni molti hanno chiesto come mai Sir Francesco G. (dove G. sta per Grotti) sia appunto nomato Sir. All’eroica si è reso palese. Come si può vedere dalle foto la nobil stirpe dei Grotti estese la sua signoria sopra un maniero ‘castello Grotti’ ancor oggi esistente

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