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yamaha xjr 1300 sp

 

Una moto da quarantenne.......

Un bel giorno del 1999, facendo una uscita in compagnia di Sir Francesco G, avemmo l’occasione di scambiarci le cavalcature.

Io inizialmente ero in sella ad una KAWASAKI 500 H1d Mach3 mentre Sir Francesco guidava la sua nuova YAMAHA Fazer 600.

A seguito della prova incrociata ebbi la possibilità di apprezzare la differenza tra un ordigno ed una motocicletta moderna. Il primo (che prometto vedrete su queste pagine) era sicuramente più eccitante (qualcuno direbbe anfetaminico) ma la prova di una moto al passo con i tempi mi convinse che era giunto il momento di avere anche qualcosa di meno esplosivo.

Dopo un primo interessamento verso casa HONDA  ( VFR / Hornet) venni fulminato dalla presentazione proprio in quei mesi della YAMAHA XJR1300.

Il bestione rappresentava l’ultima evoluzione del glorioso motore raffreddato ad aria nato con la FJ1100 del 1984, che dopo essere passato nella versione 1200 sia sulla rinnovata FJ ABS che sulla naked XJR , giungeva alla evoluzione finale con cilindrata di 1250cc, nuovi alberi a cammes, pistoni ribassati in lega superleggera, bielle racing ed altri particolari interni attualizzati che senza raggiungere i livelli di potenza delle più sportive serie FJ sulla carta garantiva valori di coppia da rimorchiatore.

Questa moto, oltre ad intrigarmi molto come estetica, mi rassicurava perchè data la totale assenza di qualsiasi riparo aerodinamico metteva le premesse per una guida tranquilla ed a velocità moderata, adatta appunto ad un (allora) quarantenne.

La scelta si orientava verso la serie SP perchè oltre ad una magnifica colorazione Sarron replica ed alla sella trapuntata, poteva vantare una meravigliosa coppia di OHLINS al posteriore, che con le loro molle gialle impreziosivano l’estetica del mezzo.

Provenendo come moto di tutti i giorni dalla HONDA CB400 Four (nota per la maneggevolezza da bicicletta) ero un poco intimorito dalla massa (240+ kg) e dalle dimensioni. Niente di più falso!

Al confronto con la XJR anche l’Hondina risulta rigida e poco manovrabile come un cancello in ferro battuto. Le quote ciclistiche ed il baricentro la rendono docilissima anche alle bassissime velocità mentre alle andature più elevate si fa sentire solo un leggero pompaggio della forcella anteriore (regolabile solo nel precarico) ma che non compromette il mantenimento della traiettoria. Dopotutto è una moto per allegre passeggiate e non per staccate all’ultimo sangue, sebbene i 3 grossi freni a disco lavorati all’anteriore da pinze a 4 pistoncini garantiscano una frenata di assoluto riferimento come potenza, modulabilità pastosità e dolcezza. Tra le moto in mio possesso è sicuramente quella che ha la frenata che mi piace di più.

Che dire del motore? Nonostante abbia la possibilità di allungare fino a 9500 giri con una progressione continua ed entusiasmante il suo punto di forza è sicuramente il tiro in basso da motore Diesel. Nell’ intervallo compreso tra i 3000 ed i 4500 giri la progressione è tale che la moto sembra risucchiata in avanti da una forza soprannaturale che non ha pari in nessuna altra moto da me provata.

Il confort in virtù della larghezza e conformazione della sella nonchè delle pedane collocate in basso per merito del doppio scarico (un bellissimo 4 in 1 in 2 con terminali a trombone cromato) che non obbliga a posizioni ginecologiche è sicuramente pari a quello dello più affermate tourers.

Difetti? Ogni moto ne ha e per la XJR si possono citare il consumo non da scooter, una certa rumorosità delle punterie a caldo dovuto al datato progetto di un motore in alluminio di così grossa cubatura ed una certa aggressività nei confronti della gomma anteriore, peraltro immaginabile visto il peso in gioco e le eccellenti caratteristiche di frenata illustrate prima. Quest’ultimo difetto può essere minimizzato con una accurata scelta delle gomme mentre la rumorosità a caldo e gli innesti delle marce sono molto suscettibili al tipo di olio usato.

Io ho trovato la soluzione ottimale con le Metzeler Z6 ed il Nitron 10/50 della ELF.

Per quanto riguarda le serie successive (io sono un fan di tutte le prime serie) si puo dire che la versione dal 2001 al 2006 presenta un serbatoio più “avvitato” in prossimità della sella ed un diverso manubrio  con relativa strumentazione modernizzata. Ovviamente cambiano anche le grafiche con cadenza annuale, tipica delle jap.

L’ultima serie dal 2007 in poi presenta uno scarico 4 in uno e soprattutto l’alimentazione ad iniezione, obbligatoria per gli Euro ecologisti che oltre ad una brutta paratia para calore che deve preservare i preziosi chip dal soffio caldo delle alette di raffreddamento,  ha fatto perdere a questa moto la piena pastosità dei 4 grossi carburatori.

Marco T.

 

 

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