La squadra è composta da Francesco, da
me e da Roberto alla guida del pullmino che ci seguirà e farà assistenza. Dei
tre il vero pilota è Roberto, che ha alle spalle una vera carriera e che tra
l’altro è stato l’ultimo a portare in gara, vincendo, la morini 175. Francesco
ha esperienza di questo tipo di gare essendo al suo terzo motogiro. Io…faccio
quello che posso. Arriviamo a Terni nel primo pomeriggio, scarichiamo le moto
davanti all’albergo dove c’è il comitato organizzatore e le moto vengono
punzonate. Dato che tra piloti e staff di supporto alla gara siamo circa 250 ci
informano che dormiremo in un altro albergo vicino alla stazione e ci danno le
indicazioni per raggiungerlo. Francesco è comandante pilota dell’alitalia, io ho
navigato praticamente in tutti i mari del mondo e quindi siamo tranquilli sulle
nostre possibilità di orizzontarci e trovare le strade. Dopo 200 metri ci siamo
già persi. Terni però non è esattamente una megalopoli da 20 milioni di abitanti
per cui ne veniamo a capo. Certo che come prologo ad una gara che fa della
navigazione una delle sue sfide…ma non ci abbattiamo. Ci abbattiamo quando
vediamo l’albergo, che come tutti gli alberghi vicino alle stazioni lascia non
poco a desiderare: vabbè, tanto è per una notte. La partenza della mattina per
la nostra classe è alle 10,30. Si parte da Narni distante circa 15 km. La
sveglia è alle 6,00 perché un altro concorrente decide che è l’ora giusta per
far partire il suo rantolante ma rumorosissimo motociclo. Francesco peraltro
mostra di avere fretta di raggiungere la partenza per vedere, dice lui, come
fanno la prova speciale le altre classi che partono alle 9,00. Un’ora e mezza a
guardare quello che fanno gli altri mi sembra tanto, però Francesco ha molta più
esperienza e quindi, pur dubbioso, lo assecondo. E faccio male. Si scopre ben
presto che a lui nulla frega guardare gli altri, tutta la manfrina ha come unico
scopo di dargli il tempo per andare a trovare un’amica che vive a Narni. Quando
torna è tutto contento dell’incontro, la sua contentezza mi contagia e decido
di soprassedere dal porre fine alla sua esistenza come mi ero ripromesso di
fare…
Si parte. Prima partenza, primo casino: non mi parte il cronometro e faccio la
speciale ad istinto, ed incredibilmente non vado male.
Cominciano i primi km e si capisce che non sarà uno scherzo: i tornanti e le
curve cominciano subito e sarà così per tutti i 1500 km!!!
Paghiamo subito la mancanza di concentrazione del primo giorno: ci accorgiamo
che siamo in ritardo per un controllo orario. Tiriamo come disperati e
conteniamo il ritardo a pochi minuti ma ci costeranno cari ed alla fine della
prima giornata siamo 10 e 11.
Il secondo giorno si fa tappa al mugello, ma ci fanno girare sulla pista motard
perché stanno già preparando il circuito per la motogp. Non ci credo io stesso
ma faccio il 2 tempo assoluto nella ps. Ripartiamo ancora un po’ stravolti e
saltiamo un controllo orario. Torniamo indietro a precipizio e riusciamo a
ritrovarlo, ormai il cronometrista è già salito sulla moto ma ci dice che ci
metterà il timbro successivamente. Le parole sono rassicuranti ma preferisco i
fatti e mi metto a seguirlo per farmi mettere subito il timbro. Ha una ducati
st4 e si mette a tirare come se fosse la corsa della vita. Mi metto in scia
aspettando che si fermi ad un nuovo controllo e ci metta il dannato timbro.
Finalmente si ferma, ci leviamo il casco, ci facciamo i reciproci complimenti
per come guidiamo (ignobile scena in cui ciascuno complimenta l’altro per farsi
complimentare a sua volta), e mi mette il timbro. Ma mi sono perso Francesco!!!
Mi sento triste e solo, ora chissà dove sarà, anche perché noi siamo andati in
giro per i dintorni di Pontedera e quindi Francesco è sicuramente avanti. Ho
paura di sbagliare strada e mi accodo ad un gruppo di concorrenti che sembra
avere un buon passo, ma devo fermarmi per fare benzina e mi perdo pure loro.
Ormai però sono sulla strada delle saline di Volterra, un toboga infinito di
curve ma senza incroci o bivi in cui posso sbagliare strada. Do un senso alle
parole aprire il gas, prima o poi lo raggiungerò. Finalmente lo intravedo dopo
un tornante, lo raggiungo, lo affianco e lo saluto. Sono veramente contento di
aver ritrovato il mio amico.
Francesco ed io siamo usciti in moto insieme molte volte, quindi ci conosciamo e
ci fidiamo uno dell’altro, possiamo camminare di buon passo praticamente
appaiati, uno un po’ avanti, altro con l’anteriore all’altezza della ruota
posteriore spostato di lato: così entrambi vediamo la strada. Ci vuole
affiatamento sennò è un buon modo per farsi male. La strada che dalle colline
scende verso il mare è segnata sul roadbook come stretta e con il fondo
rovinato. E’ un saliscendi infernale, con il fondo spesso a macadam, buche,
radici, tornanti strettissimi, a volte nel bosco. Francesco che è un
fuoristradista di ottimo livello si sente a casa sua, si vede che è felice, si
alza sulle pedane, apre il gas e parte a cannone. Si muore una volta sola, per
cui lo imito e mi metto nella sua scia. Le forcelle, preparate da Gallo di
Civitavecchia, assorbono tutto con grande autorevolezza. Passiamo a 90 kmh
decine e decine di altri concorrenti che stanno sui 30 kmh chiaramente a
sopravvivenza: uno solo cerca di seguirci ma dopo aver rischiato di ammazzarsi
un paio di volte in poche curve, smette.
Raggiungiamo anche il carabiniere in testa alla corsa che appena ci vede
arrivare si scansa, Francesco ormai è scatenato e in una nuvola di polvere e
sassi passiamo anche lui. Arriviamo all’albergo, piacevole e confortevole
villaggio vacanze e fine del secondo giorno. Siamo risaliti in classifica, siamo
5 e 6
Il terzo giorno è di riposo e lo passiamo a prendere il sole su una spiaggia
semideserta. Veniamo a sapere che nella nostra classe ci sono campioni europei
ed italiani plurititolati in questo tipo di gare e che i primi tre sono con la
vespa 200, praticamente imbattibile tra i birilli delle speciali, tanto che dal
prossimo anno la federazione ha stabilito che gli scooter correranno in una
classe a parte.
Quarto giorno. Riposati e rinfrancati dalla classifica partiamo per i nostri 300
km giornalieri di curve e tornanti. Siamo lanciati e camminiamo scorrevoli e
veloci, non c’è ne è per nessuno. A Radicondoli in ps Francesco è addirittura 1°
assoluto!!! Nel nostro gruppo corre anche Sacchi, il manager aprilia, quello che
ha fatto grande la squadra corse aprilia ed ha svezzato tutti i grandi piloti
italiani, Rossi, Capirossi, Melandri, Biaggi ecc. Anche lui ha fatto un 1°
assoluto in una ps e tra lui e Francesco inizia uno scherzare che andrà avanti
sino alla fine in cui loro, grandi campioni, pilotoni che hanno fatto un 1°
assoluto ci trattano da schiappette, da pilotini della domenica ecc. E’ persona
molto simpatica e ci facciamo un sacco di risate insieme. Chiudiamo al 5 e 6
posto. Non male.
Quinto giorno: anche oggi 309 km di curve e tornanti. Percorriamo i colli
intorno a Siena: uno dei paesaggi più belli in assoluto nel mondo: non a caso
tutte le case e le ville sono state acquistate da inglesi e tedeschi. Arriviamo
in Umbria a magione: la prova speciale è nel piazzale ma prima si può girare in
pista in libertà: la mia gomma posteriore può testimoniare che non mi sono
risparmiato con il gas. Da giovane ho fatto qualche gara a vallelunga e la pista
ha per me un fascino particolare. In tutti questi anni ho sempre cercato di
evitarla perché è bella, ma anche pericolosa e ho qualche responsabilità in più
di allora. Però, cazzo, che bella!!!
Francesco oggi è andato benissimo, chiudiamo 3 e 4. Siamo stanchi ma
soddisfatti, se il motogiro finisse qui ci metteremmo la firma.
Sesto ed ultimo giorno. La tappa sulla carta è più breve, solo 212 km, ma siamo
stanchi e il Terminillo è lungo e faticoso da scalare anche perché il fondo
stradale, massacrato dall’inverno, è in pessime condizioni e ci costringe a
stare attenti. In alto sui 2000 metri c’è la neve ed insidiosissime colature
d’acqua in mezzo ai tornanti. Ci sembra di andare piano, ma in realtà passiamo
tutti a tuono. A vallo di nera uno in tuta di pelle con un ktm 990 duke ci
svernicia di brutto. Mi sembra velocissimo, ma quando apro mi accorgo che i 1400
km di tornanti fatti sinora mi hanno dato un automatismo tale che in pochissime
curve lo raggiungo. Naturalmente quando sto per superarlo si mette a guardare
interessatissimo il paesaggio alla ricerca di qualche raro fiore di montagna che
sembra assorbire tutta la sua attenzione. Lo lasciamo alla sua ricerca…però
siamo stanchi e gli ultimi km sembrano non passare mai. L’ultima prova speciale,
complice la stanchezza, la sbagliamo alla grande. Ma la sbagliano anche i nostri
avversari, si vede che sono stanchi anche loro.
La classifica finale ci vede 3 e 5. Francesco avrebbe meritato il terzo posto,
perché senza di lui non avrei combinato nulla. Ma quello che conta è che ci
siamo divertiti veramente tanto ed abbiamo fatto un’esperienza unica che
ricorderemo a lungo. L’organizzazione del moto club Terni è stata impeccabile.
Complimenti.
Anche Roberto che ha guidato il pullmino è stanco, ma ha detto che se l’anno
prossimo organizzano il motogiro dei pullmini lui è pronto!!!