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 Kawasaki ZRX1200R

 

Una moto da quarantenne...   3

 

Perfetto connubio di caratteristiche antitetiche e varie la  ZRX 1200 R è stata definita qualche anno fa la moto perfetta dalla rivista SUPERWHEELS.

All’interno della sezione moto naked dure e pure la ZRX non primeggia per nessuna caratteristica in quanto la Z1000 è piu sportiva, la XJR1300 è più comoda ed ai bassi ha più coppia, la CB1300 altrettanto ed, essendo Honda, è più godibile ed immediata, la brutta GSX 1400 ha più motore, la Speed Triple ha più carattere etc...

Ed allora? Bisogna solo guidarla per avere il sorriso sulle labbra perchè questa moto entusiasma per le sue caratteristiche di insieme che la rendono un oggetto gradevolissimo. Sportiva quando serve, comoda anche in due, dotata di cupolino che garantisce una discreta protezione aerodinamica, con un motore pienissimo in basso ma che garantisce un allungo impressionante senza scalini nella robustissima curva di coppia fino a quasi 11000 giri, regime al quale i bombardoni delle grosse naked non arrivano. Inoltre la moto è ben frenata da due enormi dischi lavorati da pinze TOKICO a 6 pistoncini ai quali si aggiunge una discreta pizza posteriore. Il reparto sospensioni è fornito da casa Kayaba e consta di forcella ed ammortizzatori pluriregolabili in ogni aspetto.

Il forcellone in lega leggera dotato di capriata di rinforzo inferiore è un capolavoro tecnico/estetico.

Il motorone è un grosso bialbero raffreddato ad acqua dotato di una spinta così vigorosa che un giorno, a causa della rottura del filo del gas, mi ha consentito di tornare a casa solo alzando leggermente il minimo....   ed usando tutte le marce fino alla 5à! L’alimentazione a carburatori caratteristica della prima serie garantisce poi quella pienezza di risposta ed assenza di effetto ON-OFF che solo le più moderne e sofisticate centraline ad iniezione possono solo avvicinare.

La guida della moto può essere improntata all’umore del momento in quanto è possibile sia andare a passeggio grazie alle doti di coppia già citate, sia aumentare il passo nel qual caso è necessario un impegno fisico maggiore, vista l’impostazione anni 70/80 ed il peso e le potenze in gioco. Fondamentali, più che su altre moto simili, il tipo e le pressioni delle gomme.

Dal punto di vista estetico la linea si rifà alla Z1000R che correva nei primi anni ’80 nella Superbike americana che nei colori tipici Kawaski Racing divenne famosa come “Eddie Lawson replica” in quanto “steady Eddy” la portò a trionfare nel suddetto campionato nel 1981 ed ’82, anno in cui il suo compagno di squadra si chiamava Wayne Rayney, che con la stessa moto trionfò nel 1983.Queta moto però aveva ancora il motore raffreddato ad aria di derivazione Kawa 900 (vedi anche prova della GPz1100R e della ZR-7)

Negli anni 90 la casa di Akashi per rinverdire questi fasti creò la ZRX 1100, naked antesignana della 1200, disponibile anche in colorazione che somigliava alle vittoriose Z1000R. Nel 2002 l’aumento della cilindrata vedrà completarsi il ciclo evolutivo di questa grintosa moto, che negli anni successivi evolverà solo nel pattern delle colorazioni sempre comunque inpirate alla moto di Lawson.

Erano presenti anche altre varianti cromatiche nonchè una versione con semicarenatura (ZRX1200S) più votata al turismo, ma l’immaginario collettivo la vuole solo nella classica versione a 3 colori.

P.S. dopo le foto dell’uscita la mia ZRX è stata equipaggiata con un leggerissimo e tonante (e forse illegale) (forse!?! n.d.r.) terminale il lega leggera Arrow.

Marco T

Marco T con la sua kawasaki ZRX 1200 R

 

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