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 Kawasaki Z1000

 

 Una moto da quarantenne...    2

 

Perchè una streetfighter come la Z1000 deve essere classificata come moto da quarantenne?

Semplice, perchè solo col giudizio che si dovrebbe avere a 40 anni è possibile guidarla senza esagerare ogni momento e finire per mettersela per cappello.

Presentata al salone di Monaco del 2002 ed esposta accanto alla moto che avrebbe corso l’anno successivo in MotoGP, faceva sfigurare quest’ultima per la bellezza delle forme da Manga giapponese.

Il faro avvolto da un micro cupolino, il codino rialzato, le placche di finto alluminio che coprivano i montanti laterali di un telaio monotrave in tubi simile per concezione a quello della gloriosa GPz900R ma soprattutto gli scarichi con 4 silenziatori di un colore che tende al dorato ne facevano una assoluta novità nel campo delle Naked, stabilendo dei nuovi riferimenti estetici che condizioneranno le future Jap ( Honda CB1000, suzuki GSR 750) anche a distanza di anni.

Le colorazioni di allora (verde o arancione con le ruote in tinta o nera con le ruote rosse        ( reminescenza delle GPz750 Turbo) erano per l’epoca choccanti. I Model year successivi presenteranno colorazioni più tradizionali con ruote normali, ma per questo meno tipicizzanti.

Il motore di 953 cc è derivato da quello della Ninja ZX-9R e sviluppa 127 cavalli (contro i 142 del 900) per avere un pò di coppia a bassi giri, ma soprattutto perchè le bellissime 4 marmitte soffocano non poco il respiro del potente bialbero. Molti le hanno sostituite con  degli efficaci 4 in 2, guadagnando in prestazioni e sound ma compromettendo la ragione estetica di questa moto.

La coppia in basso non è comunque molto robusta ed il motore chiede di girare in alto per esprimersi al meglio. Altro difetto sono le vibrazioni che si fanno sentire soprattutto tra i 6 ed i 7 mila giri. Poco male, perchè è a questi regimi che la moto offre il suo meglio.

Infatti varcata la soglia dei 7000 giri accade il finimondo. E’ inutile guardare il poco visibile contagiri che fa da corona al piccolo strumento integrato che raccoglie tutte le informazioni compresi contack parziale, orologio, temperatura acqua e livello benzina in quanto il raggiungimento del fondo scala è istantaneo!

Insistendo col gas aperto la moto vuole rovesciarsi su se stessa fino alla 3à marcia e ci si trova in men che non si dica a velocita alle quali non si vorrebbe (e dovrebbe) andare.

Alle alte velocità la totale assenza di protezione aerodinamica sommata alle quote ciclistiche da bicicletta (interasse 1420, meno di una 600, e forcella in piedi) la rendono un oggetto molto delicato da maneggiare. In compenso la potenza frenante è tale che facilmente ci si trova a dover gestire il peso del corpo per non far alzare il posteriore ed in ultima analisi trovarsi davanti alla moto.......

Le sospensioni contano su una Upside Down regolabile nel precarico e nell’estensione e di un mono con le stesse regolazioni.

Il confort è condizionato da un sellino di foggia racing senza imbottitura, ma nessuno se ne lamenta perchè l’assetto giustamente caricato in avanti senza essere spezzapolsi e la corretta triangolazione delle pedane rendono la guida di questa moto estremamente piacevole, soprattutto considerando che il suo target non sono le tranquille passeggiate in coppia. Infatti del passeggero è meglio non parlare, anche perche oltre a stare piuttosto scomodo, sbilancia notevolmente la distribuzione dei pesi.

L’evoluzione della moto nella seconda serie vede  risolto il difetto delle vibrazioni grazie ad un riequilibrio delle dinamiche del motore ( ora a cilindrata piena) ed in albero motore più pesante nonchè il montaggio dello stesso su silentbloc ed un notevole aumento della coppia. L’estetica cambia appesantendosi, complici anche i due boiler a 4 uscite tiangolari che sono stati utilizzati come silenziatori.

La 3° serie oltre a ridurre le dimensioni degli scarichi (sempre due con 4 uscite) presenta un motore più prestazionale di 1050 cc . Nuove anche le grafiche, compresa una versione marrone metallizzato con sella pitonata!!!!!!!

Ritengo comunque la prima serie soprattutto nel colore verde Kawasaki  con le ruote in tinta quella che meglio rappresenta il sogno di un fumetto giapponese.

Marco T

 

 

 

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