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Dopo quasi trenta anni Honda ripropone una vera scrambler che si discosta dalle specialistiche enduro moderne. La memoria va alla serie fortunata delle XL, specialmente alla XL 200 R, con il suo instancabile motore ad aria ed una ciclistica semplice ed efficace.

La linea, ispirata nelle forme e nei colori alla sorella specialistica CRF 250 X, dà un tono molto sportivo alla moto, facendola sembrare più aggressiva di quanto non sia. Belle e di qualità le plastiche con accoppiamenti quasi perfetti, piacevoli al tatto, solide e ben colorate, degne di moto di prezzo molto superiore. Unica caduta di stile il tappo cromato del serbatoio.

Molto comoda la posizione di guida sia da seduti che in piedi sulle pedane, con la sella che permette a tutti di toccare per terra anche grazie alla snellezza della moto. Come tutte le honda è amichevole con il pilota e da subito confidenza.

Il manubrio di ferro nero con il traversino saldato ha una buona piega ma l’aspetto è economico. Così come i blocchetti elettrici che però, va detto, funzionano in modo ineccepibile. Piacevole la strumentazione elettronica con un comodo indicatore carburante, due trip ed orologio. Semplici ma pratici i comandi a pedale, unico appunto la leva del cambio senza il piedino snodabile, il che vuol dire piegarla alla prima caduta.

Motore raffreddato a liquido, bialbero con testata a 4 valvole ed iniezione elettronica, si mette in moto solo con il bottoncino, è meccanicamente silenzioso ed anche lo scarico e l’aspirazione sono estremamente educati. Pure troppo.

Non è potentissimo, siamo sui 20 cv, ma la coppia è piena e regolare lungo tutto l’arco di rotazione. l’iniezione è veramente a  punto, da qualsiasi regime si riprenda non c’è mai un’incertezza, un rifiuto, un contraccolpo. Il che se da una parte toglie un po’ di personalità dall’altra permette una fluidità di marcia notevole e la possibilità di uscire con facilità da qualsiasi situazione, anche oltre un eventuale errore del pilota. Cambio e frizione sono al di sopra di ogni critica, leggeri e precisi.

I freni sono forse la parte che mi è piaciuta di meno: l’ant è onesto e si può dire che se non potente è però modulabile e fa stare tranquilli in fuoristrada. Il post è invece assai scarso e per ottenere qualcosa occorre pestare con decisione il pedale.

Su strada è agile e maneggevole ma anche stabile. Almeno sino a circa 110 kmh.

Al di sopra la ruota ant da 21, il parafango alto e la posizione di guida rendono l’avantreno sensibile. Si possono innescare oscillazioni che richiedono attenzione e il ritorno a più moderate andature. Del resto a 110 kmh siamo già quasi al massimo, tirando si arriva a 120 / 125 kmh senza che il motore dia alcun segno di fatica. Rispetto ad una moto specialistica da fuoristrada l’avantreno è più caricato, per cui impennare o alleggerire l’avantreno con il classico colpo di gas per superare un ostacolo è più difficile ma per contro l’ingresso in curva su strada è più sicuro e preciso. Cannotto di sterzo a 27,6 gradi, avancorsa di 113 mm e telaio in acciaio ben dimensionato regalano una buona stabilità anche sugli sterrati presi allegramente. Se la cava bene sulle strade bianche, sui prati e sulle salite senza sassi anche se aumentando il ritmo la forcella tiene ancora bene mentre l' ammortizzatore va in evidente crisi. Le gomme di primo equipaggiamento sono moderatamente tacchettate ma conservano un profilo stradale per cui la discesa in piega è progressiva e la percorrenza sicura. Pieghe decise stile motard sono decisamente da sconsigliare, la moto va accompagnata su traiettorie rotonde e ben raccordate, puntando sulla scorrevolezza ed evitando manovre aggressive e repentine che sono decisamente lontane dalla sua natura. In citta è divertente e passa in posti che normalmente bloccano gli scooteroni, garantendo sicurezza anche sulle borchie di delimitazione delle corsie preferenziali, dove normalmente con uno scooter si rischia grosso.

 

La forcella showa da 43 mm con 250 mm di corsa lavora molto bene, assorbe gli ostacoli sia su strada che in fuoristrada dove permette alla moto di galleggiare sugli ostacoli in sicurezza. Non è regolabile in alcun modo ma lo spirito dell’oggetto non lo richiede. L’ammortizzatore sempre showa che da un’escursione di 240 mm alla ruota svolge onestamente il suo compito ma l’idraulica è molto sfrenata e questo porta il retrotreno a scalciare soprattutto in fuoristrada. Su strada si comporta meglio e non innesca pompaggi anche rilasciando il gas in curva. Il peso è sui 140 kg il che la rende leggera su strada ma un po’ pesante in fuoristrada, anche se grazie all’ottimo bilanciamento ci si accorge del peso solo in poche situazioni. In città le sospensioni si comportano alla grande restituendo un confort inarrivabile per qualsiasi scooter (da ricordare sempre che viviamo a roma, città in cui la condizione dell’asfalto delle strade è peggiore di quello di zanzibar o di kabul)

Come si capisce leggendo queste impressioni in una moto quello che va bene su strada è inadatto al fuoristrada e viceversa. Quindi oggetti come la CRF250L sono inevitabilmente dei compromessi destinate a scontentare chi cerca la prestazione ma pienamente soddisfacenti per chi si vuole godere una moto che può fare quasi tutto e andare quasi dappertutto, magari anche in due. Spendendo poco per comprarla e per mantenerla.

Notevole il rapporto qualita' - prezzo ( 800 euro a listino meno di Beta Alp 4 ) ed il consumo che non scende mai sotto i 27 Km/ litro. Considerando i quasi 8 litri di capacità del serbatoio (7,7 dichiarati) la CRF250L ha anche una buona autonomia.

Sir Francesco G. - Marco A.

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