pagina iniziale

 

(la mia) buell XB9R

 

 

E va bene, il titolo è troppo personale, ma è lei che è un a moto “particolare” e quindi non potevo titolare l’articolo con un impersonale “ BUELL XB9R Firebolt: impressioni di guida”. Anche perché non essendo io un tester di professione, ne un “manico” particolarmente dotato, ma solo un comune motociclante (Stefano Disegni docet) posso solo descrivervi le “mie” impressioni. Di uno che le moto le compra solo se sono “di pancia”. E che vor di, direte voi?

Mi spiego: per me la moto può essere di cuore, di testa e di pancia. E mi arispiego meglio. Voglio dire che “di cuore” le comprerei tutte (vabbè…quasi tutte. Di cessi su due ruote ancora ne fanno). “Di testa” sono quelle che ci ragioni su: a cosa ti serve? Quanto la userai e quanto si deprezzerà? Quanto fa?  quanto consuma´Ecc. ecc. E’come un matrimonio di interesse. Probabilmente durerà tanto, ma che palle. E poi ci sono quelle che “di pancia” appunto, ti piacciono e basta. Provi a metterci tutti i “se” e i “ma” del mondo…niente! Le desideri più di prima. D’altronde. Non succede così anche con le donne?Tantè: si parte.

Prima di salire in sella me la guardo un po’. Si lo so, non è mica una bella donna, mi direte, ma per me la moto E’ femmina. E lei è piccola (madonna quanto è piccola!) formosa, ma di fianchi stretti e con due occhi furbi ( vabbè,i fanatici della tecnica li chiamano lampade bifocali). Guarda caso proprio il mio ideale femmineo. Pur essendo una “mezzi manubri” è comoda, almeno per quelli piccolini come me. Ma in un giro col mio gruppo di sempre sulle strade del SASSO, Marco T. ha confermato in pieno la mia impressione: ma qui tiro l’acqua al mio mulino, perché lui (sempre Marco T.) era venuto con la sua MV F4, moto splendida sotto tutti i punti di vista, ma comoda

come un masso di granito con le ruote (anch’esse di granito naturalmente).

A dispetto del nome roboante (Firebolt sarebbe Dardo di fuoco…ammazza st’americani. Sempre esagerati), appena metti la prima e la fai muovere ti accorgi che cambio e frizione sono morbidi magari la leva un po’ lunga di corsa. Le sospensioni soft, ma ben sostenute e il motore…come una lamborghini. No, non la GT, ma il trattore (prima di costruire le auto, il signor Ferruccio era famoso per le sue macchine agricole). Una coppia fantastica e qualunque marcia è buona per qualunque curva.

E vabbè, mi direte. Bella scoperta. Il motore è harley. Si sa che sono ricchi di coppia.

E pure io lo sapevo, ma non ne avevo mai provato uno dal vero prima della mia Buell. Hei Marco A, tu me l’hai fatta provare una volta la tua harley, ma ero così preoccupato di non sdraiarla (prima di partire avevo commesso l’errore di chiederti quanto costava) che l’adrenalina di quei momenti ha fatto da bianchetto ai miei ricordi.

Dopo le prime curve, dove si rimane piacevolmente sorpresi da una maneggevolezza estrema ( e

vorrei vedere; è corta come una 250!) ma anche dalla sensazione di sentire sempre quello che accade sotto le ruote, arriva un rettilineo. E  li che ti rendi conto che Erik Buell (quello che l’ha pensata e costruita) è un genio. Con una forcella inclinata di soli 21 gradi, piccola come un puffo e senza l’ombra di un ammortizzatore di sterzo, la mia buell viaggia dritta e sicura come un rapido.

Ne ho avute e guidate tante di moto. Ma sicura e decisa sul dritto come lei, nessuna.

Non esagero. Finchè era in produzione (la casa madre HD ne ha decretato la fine lo scorso anno…e vai a sapere perché) se ne decantava sempre l’estrema agilità. Ma con le sue misure da ballerina te lo aspetti ed è vero. Ma a me è sul dritto che mi commuove.

Difetti macroscopici non ne ho trovati. Forse la frenata, che è potente e modulabile, ma se si arriva ancora pinzati in curva, il discone anteriore (che è perimetrale e quindi flangiato sul cerchio e non sul mozzo) ti rimette la moto dritta e non c’è verso di chiudere la traiettoria se non si molla la leva. Il rumore del motore è piacevole (sono di parte però; adoro i pomponi), ma è sempre presente la voce della pompa della benzina (e non è piacevole). Ah, dimenticavo: mister Buell tra i tanti brevetti di cui ha infarcito questo modello (andatevi a cercare le prove delle riviste di settore se vi interessa conoscerli) ha messo pure una bella ventola di estrazione aria calda dal cilindrone posteriore.

Che sta proprio tra le gambe del pilota (e quanto ci piace sentirci chiamare così). In inverno pure pure, ma col caldo?!?!

In conclusione, non è una moto perfetta (non ne esistono comunque), ma mi regala belle sensazioni.

Che non sono potenza, velocità, accelerazioni da iperspazio e altre menate simili. Ma quelle di una moto sempre sincera e soprattutto divertente. Una buona compagna di strada. Solida, ben costruita e…bellissima. Lo ammetto, ne sono innamorato. Tanto più perché…non la fanno più!

Nicola

 

 

 

 

 

pagina iniziale