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beta alp 200

 

Alp 200 e' una moto particolare, seppure con una linea moderna richiama alla mente le prime Trial che erano si gran arrampicatrici ma potevano essere usate anche su strada e trasportare il passeggero. La linea filante, il telaio attillato intorno al monocilindrico Suzuki da 200cc,  la sella bassa ne fanno una "endurina" adatta a tutti: sia per il principiante, che non ne viene spaventato  sia per l' amatore, perchè Alp dimostra subito di non avere timori e salire dappertutto, con il suo ritmo  ma proprio dappertutto. La ciclistica verte su una forcella Paioli a steli tradizionali ed un ammortizzatore posteriore ad azionamento progressivo. Smontando, come previsto dalla casa costruttrice, la sella, i fianchetti e la cover del serbatoio assomiglia molta ad una Trial moderna.  La messa in moto e' sia a pedale, che con il "pulsantino"; da freddo necessita dell' arricchitore che però e' situato sul carburatore avvolto dai tubi del telaio e veramente fastidioso, per le dita, sia da aprire che da chiudere. Una volta in sella, un po' duretta, si apprezza la comoda posizione di guida ed il poggiare con facilità i piedi a terra. I comandi al manubrio sono di qualità appena sufficiente, meglio quelli a pedale. La strumentazione verte su un piccolo digitale completo di informazioni e su alcune spie luminose fra cui quella del cavalletto aperto. Il manubrio, senza traversino, e' comodo da impugnare. Il motore si avvia subito e necessita di breve riscaldamento dopo di che fa sentire una bella tonalità di scarico nonostante l' omologazione euro 3 tenda a soffocarlo un po'. Il basso peso e l' ampio angolo di sterzo ne fanno una moto facilissima sia in manovra che nel traffico, anche in strade di scorrimento si comporta bene potendo tenere una velocità di crociera intorno ai 110 km indicati senza sforzare il piccolo Suzuki. Lasciato l' asfalto  l'Alp si lascia condurre con facilità ovunque, certo al ritmo tranquillo imposto dalle piccole sospensioni e solo sull' erba bagnata o nel fango si trova in difficoltà, ma solo per le gomme di primo equipaggiamento veramente misere. Il motore e' ben carburato, mai un rifiuto, eroga la potenza in maniera lineare e ciò permette di arrampicare con insospettabile vigore. La frenata e' appena sufficiente su strada, meglio in fuoristrada. La moto, seppure costruita in economia, vale più di quello che costa ed e' divertentissima in ogni frangente, sicuramente la moto migliore e più economica per iniziare la pratica del fuoristrada. 

Francesco G.
 

 

 

la mia BETA ALP 200 di Nicola P.

 

E entrata nella mia vita di motociclante circa tre anni fa.

Prima che entrasse nel mio garage era solo una delle tante moto che mi capitavano sotto gli occhi sfogliando riviste varie di motociclismo. Neanche tanto spesso poi, datosi che la lei in questione appartiene a quella categoria di moto che, solo qui in Italia, ci ostiniamo a definire “intelligenti” (manco sapessero far di conto o risolvere quiz). Cioè quelle 2 ruote che puoi far correre su asfalto, sterrato, pietraie, autostrade e vicoli cittadini. Consumando poco e con poca manutenzione.

Capirai?! Per l’italico motociclante questa equivale ad un vade retro satana. Perché lui deve vestire la tuta di pelle racing per il gran premio del caffè al bar con almeno 180 cv sotto il sedere. O partire per la Parigi-Dakar de noaltri (leggasi Roma-Ostia Beach) magari in ciabatte e bermuda, ma come minimo con un bmw g/s (sembra che le regalino per quante ce nè) o un kappa adventure.

Vabbè, direte voi, e allora? E allora capita che per caso Francesco ne vede una e me la segnala (grazie amico mio). La vedo, mi piace e la compro. Più per curiosità che altro. Non pratico il motoalpinismo (e lei si chiama alp proprio per questo) né ho dimestichezza con sterrati e mulattiere (il massimo che riesco ad affrontare in moto è una strada bianca, ma deve essere facile facile. Fuori dall’asfalto…”nun so bbuono”).

Tantè, comincia la nostra convivenza. E come tutti gli amori nati dalla conoscenza quotidiana più che dalla passione, ancora dura. Perché il bello dell’ALP è proprio questo. Ti trovi ad usarla tutti i giorni (ho sei moto nel mio garage, ma lei è quella uso quasi sempre) perché va bene per tutto.

La mia è una II serie 4 tempi (il motore è un Suzuki 200), consuma niente ( con i 7 litri del suo serbatoio ci fai 200 km), è leggera (100 kg scarsi), viaggia sciolta a 110 km orari ( E non ridete. Provateci pure ad andare sul g.r.a. nelle ore di punta più veloci di così. Prima o poi vengo a trovarvi al c.t.o. e me lo raccontate) e la mia ha pure una bella sella a panettone comodosa (la III serie ce l’ha più sottile, con un telaio diverso e con un design più, come dire…giapponese?!), ha pure il kick starter (l’accensione a pedale sembra un preistorico orpello, ma quando serve…) e dulcis in fundo, è divertente da guidare come poche.

Non ci credete? Allora provatene una e ne riparliamo.

A proposito: dovete comprarvela nuova, perché trovarne una usata (a meno di una botta di culo come è successo a me e arigrazie Francesco), è veramente difficile. Chissà perché eh?

Nicola P.

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