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honda africa twin

 

XRV750 RD 04

 

 

Il modello rd 04 segue la prima nata della serie, la rd 03, le differenze tra le due moto sono decisamente sostanziali. L’Africa Twin del 1990 aumenta la cubatura del bicilindrico a V di 52 gradi che grazie ad un allungamento di corsa raggiunge i 750 cc che manterrà fino a fine produzione nel 2002 con l’ultimo modello rd 07a.

Il motore da 44kw potente ed elastico (equipaggiava anche Transalp e VT 600 con cubature diverse) è un tre valvole raffreddato a liquido molto equilibrato, con due carburatori da 36 mm completamente esente da vibrazioni e con un’erogazione fluida e pronta ad ogni regime.

Un punto di forza è il telaio rigido, stabile, manovrabile e molto ben bilanciato che permette un appoggio in curva sicuro con pieghe talvolta inaspettate per una moto del genere, con cambi di direzione veloci e leggeri anche con l’effetto giroscopico della bella ruota da 21 all’anteriore.

Il lato sospensioni è quello dell’epoca ed ho trovato la forcella, ad aria, piuttosto morbida, il pro link è regolabile e nell’insieme la moto risulta comoda assorbendo bene le asperità delle strade. Sono convinto che la ciclistica di una moto di vent’anni è oggi fortemente aiutata dalle gomme moderne che hanno fatto passi enormi in avanti, migliorando ancora quello che era già un ottimo progetto. Le Dunlop che ho montato, infatti, mi danno un senso di grande sicurezza e grip.

La moto si presenta subito per la propria imponenza, il serbatoio da 25 litri consente viaggi di 300 chilometri senza rifornimenti, ma i venti chili di carburante in alto si sentono soprattutto facendo manovra aggiungendosi ai suoi 210 chili di peso a vuoto. Nella sua totalità la carenatura è molto protettiva tanto che in caso di pioggia ripara tutto il corpo.

Una moto da viaggio molto comoda per due persone con pedane ben distanziate. Il manubrio è fissato su silent block, ma molti lamentano la possibilità di formicolio alle mani in viaggi prolungati, sensazione che posso confermare in autostrada a discreta velocità.

Per concludere ho trovato questa Africa Twin una moto d’alto livello che ancora oggi sa dire la sua in mezzo a molte sue coetanee scomparse per sempre o difficili da guidare.

I difetti che ho riscontrato sono sostanzialmente due, il primo è la sella alta 860 mm che da fermi obbliga chi non è particolarmente alto a dei funambolismi per stare in piedi, il secondo è la frenata; questo modello adotta, rispetto al precedente, un doppio freno a disco anteriore da 276 mm e posteriore singolo da 256 mm. Alla presentazione era definita come una moto con impianto particolarmente potente, in realtà, paragonata agli impianti moderni, considero la frenata appena sufficiente al peso del mezzo.

Molte modifiche sul parco circolante si notano proprio sull’installazione di forcelle a steli rovesciati di generose sezioni associati a moderni e potenti impianti frenanti anche a disco singolo.

Un divertimento di guida è dato dal fatto che essendo piuttosto carica in avanti quando si frena decisi all’anteriore, pizzicando appena il freno dietro si può controllare il posteriore in una derapata divertente tipo motard.

Per chi ancora oggi utilizza l’Africa Twin per il fuoristrada ed i raid questo modello è il più apprezzato per il telaio e per il motore. Se ne trovano bellissimi modelli veramente ben tenuti per 2000/3000 euro, un prezzo accessibile per una moto che sono contento di avere nel mio box.

Federico G.

 

 

 

 

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