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Manopole riscaldate spente insieme agli alberi in fiore sono un segno certo che la primavera 2016 è arrivata! Ora comincia il periodo di massima goduria motociclistica che sfrutteremo a fondo per guidare le tante novità di quest'anno. Oggi Roberto P.G. ha provato la yamaha tracer traendone un'impressione altamente positiva. Solo quando si è trovato ad impegnarla a fondo è emersa qualche criticità a livello di stabilità. Ma ne scriviamo dopo.

Il noto spirito bucolico di Sir Francesco ha notato la poesia dell'immagine con gli asinelli sotto gli alberi in fiore. La foto iniziale testimonia questo momento. Per fortuna c'era la rete sennò l'asinello staccava un dito a Marco T. anche lui pervaso dall' agreste sentimento. Per controbilanciare subito sotto un' aggressiva impennata di Davide.

Marco T. aveva portato la sua verdissima kawasaki 650 per salutare la prima uscita della bianca sorellina carenata. In realtà le due moto sono sorelle solo in parte perchè la naked è una prima versione mentre la carenata è la versione con abs attualmente in commercio. Cambia il telaio, il forcellone e una miriade di particolari che rendono l'ultima nata più redditizia. Ottime moto le piccole kawa che con 'solo' 72 cavalli, va detto vigorosamente erogati, si fanno apprezzare e rispettare.

Sulla strada del ritorno, una nota autostrada tedesca senza limiti di velocità, Marco A. e Roberto P.G. avendo fretta di rientrare hanno allungato un po'. Sono emersi i suaccennati limiti di stabilità in velocità della yamaha il cui avantreno oltre i 180 kmh a volte galleggia, innescando degli sbacchettamenti che inducono il pilota a parzializzare. Non succede sempre ma può bastare una sconnessione dell'asfalto o qualche altra perturbazione dell'assetto ad innescare il fenomeno. Nulla di preoccupante ma richiede attenzione e toglie spensieratezza alla guida. Dal canto suo irreprensibile la piccola kawasaki che anche a 220 Kmh indicati (qualcosa più di 200 reali) mantiene le linee impostate con grande precisione tanto che il pilota vorrebbe poter andare oltre il fondocorsa della manopola del gas.

Questo non toglie niente alla complessiva validità della yamaha tracer e probabilmente sostituendo i componenti delle sospensioni con altri di migliore qualità il fenomeno tenderebbe alla scomparsa. Del resto sulla yamaha MT09 che con la tracer condivide motore e ciclistica completa e che lamenta l'inconveniente in misura più rilevante, Marco A. ne ha migliorato moltissimo il comportamento montando componentistica olhins.

Non che comprando i componenti e montandoli il problema è risolto, anzi forse per certi aspetti c'è addirittura un peggioramento. Occorre come sempre quando si interviene sulla ciclistica sapere cosa si vuole e che strada percorrere per arrivarci. In altre parole bisogna avere chiaro il comportamento ciclistico che si vuole ottenere e sapere cosa chiedere al tecnico che si occupa della messa a punto. Occorre anche che chi materialmente interviene sugli elementi delle sospensioni sappia il fatto suo, abbia attrezzatura, competenza, esperienza e pazienza. Roberto Gallo di Gallomoto a Cerveteri (RM) è esattamente la persona giusta per questo tipo di interventi ed ha realizzato la moto precisamente come voluta dal suo pilota. La MT09 che ne è venuta fuori è un'arma, affilata e precisa.

Davide ed Alessandro oltre a non risparmiarsi come al solito hanno provato a loro volta la yamaha. Venendo da moto di cilindrata (e potenza) molto più moderata sono rimasti colpiti dalla cattiveria del tre cilindri 850 cc ma non si sono fatti intimorire guidandola con prudenza ma con decisione, come si vede dalle foto ma soprattutto come si è visto dal vivo!

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